Il Maestro del Maestro
Conoscere il Maestro, colui o colei che ha insegnato l’arte a chi te la sta insegnando a sua volta: qual è il senso? A cosa serve?
Mi immergo in questo tema, spinta dal quesito postomi da un mio allievo (siano benedetti gli allievi “scomodi”!): si, perché non so se a voi capita, ma con il passare del tempo, alle volte s’incorre nel rischio di dare per scontate le motivazioni di determinate “usanze”. Tra queste c’è anche il perché sia importante conoscere ciò che sta all’origine della nostra pratica quotidiana, ovvero: chi è il maestro del mio maestro?Onestamente, le motivazioni possono essere tante e, alla fine, tutte con pari dignità. Quelle che elencherò di seguito sono solo alcune motivazioni, quelle che sono state il motore che mi ha spinta a fare le prime esperienze in questo senso; magari, nel leggerle, qualcuno di voi si ritroverà o troverà uno stimolo alla propria motivazione.
Si badi: rimane legittimo, anche dopo questa lettura, continuare a non nutrire interesse per la cosa. Anche se penso sarebbe un gran peccato!
1. La curiosità
La curiosità di vedere e conoscere altro rispetto alla propria quotidianità capoeristica: persone diverse anche se legate da un rapporto di maestro-allievo, trasmetteranno le proprie conoscenze in modo diverso, con differenti sfaccettature; alle volte, vedere la medesima cosa da un’altra angolazione può aprire mondi inaspettati. Oltre al fatto che, il bagaglio esperienziale del “maestro del maestro” sarà - ovviamente - maggiore in quanto si tratta di qualcuno che vivência il mondo della capoeira da molto più tempo e, con molta probabilità, è qualcuno originario del Brasile e che perciò è in grado di fare da ponte significativo tra la cultura europea e quella sud americana.
2. Il lignaggio
“Menimo quem foi seu Mestre?
Meu Mestre foi Salomão!”
Nella cultura capoeristica, da sempre si è data importanza alla discendenza: nel presentarsi in una roda o in un contesto capoeristico, è quasi d’obbligo dire di chi si è allievo/a, dichiarando così il proprio lignaggio. Ma per fare ciò e, soprattutto, saperlo sostenere, bisogna conoscere: non solo il proprio insegnante, ma da chi lui o lei provenga; in questo modo si potrà meglio conoscere, approfondire ed abbracciare la filosofia della scuola cui si appartiene ed esserne testimone consapevole nel mondo della capoeira e non solo. Così come una famiglia ha i suoi riti e le sue tradizioni nati e radicati nel tempo secondo la propria particolare storia, allo stesso modo funziona una scuola di capoeira. Ogni scuola è unica e particolare e per riconoscerne il valore e sapere se il suo sistema di valori può concordare con il nostro, l’unica via è quella di conoscerne la storia, nonché il lignaggio.
3. La comunità
Conoscere “il maestro del maestro”, nell’esperienza - passatemi il termine - europea spesso diventa pretesto per viaggiare in altre città o Stati e venire così a contatto con altri gruppi della stessa scuola di capoeira (ma non solo) che fanno riferimento a quell’insegnante. Va da sé che ciò favorisce la costruzione di una rete più ampia di persone che hanno come comune denominatore non solo la figura del maestro, ma anche il riconoscersi tutti nei valori promossi da quella specifica scuola di capoeira, condividendoli nello spirito e nella pratica. È quanto di più vicino alla vivência di possa sperimentare nel nostro continente.
Che cos’è una vivência di capoeira? Letteralmente vivere qualcuno o qualcosa in modo intimo, molto da vicino; per estensione, è un’esperienza di vissuto collettivo attraverso la pratica di quest’arte; se questo concetto è facilmente intendibile nella cultura afro-brasiliana, lo è un po’ meno in quella europea che spesso relega la pratica fisico-sportiva ad un evento, qualcosa di quindi circoscritto nel tempo. Originariamente, far parte della capoeira non era - banalmente - l’attività per tenersi in forma da fare due sere a settimana, bensì era far parte di una comunità che si riuniva tutti i giorni nella pratica, nella musica, nella condivisione della vita di tutti i giorni.
Mi rendo conto che questo concetto, ad oggi e nella nostra società, possa risultare utopistico, ma trovo comunque interessante la possibilità di potergli dare vita in un qualche modo.
In conclusione, quale che sia il motivo che vi spingerà a conoscere “il maestro del maestro”, non è davvero importante. Ciò che (a me) importa è che vi diate almeno una volta, la possibilità di andare sotto la superficie delle cose, di guardare in profondità con cuore libero da pregiudizi, scuse e paure e possiate semplicemente godere di quanto quest’arte ha da offrirvi. Mi scuso per il finale in tono romantico, ma... Parafrasando Dr. Decanio: “eu não consiguo falar dela sem emoção”.
Silvia Zanella
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